Filodrammatica ViVa di Vigolo Vattaro - Altopiano della Vigolana (Trento) - Italia

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Rassegne » Festa_Teatro_Ragazzi » Rassegne/01 FTR/FTR1998

FESTA
TEATRO
RAGAZZI

VIª edizione

VIGOLO VATTARO (Trento)
Piazzale delle scuole

Programma

Data Spettacolo Compagnia
5 agosto 1998 La rivolta dei balocchi
La danza delle marionette
Ragazzi delle scuole medie e superiori
6 agosto 1998 Il mio letto è una nave Carlo Pastori - Teatro d’Artificio (Milano)
7 agosto 1998 Amamaz Gianpiero Pizzol - Teatro dell’Arca (Forlì)
8 agosto 1998 Gioppino e Brighella servitori malandrini I burattini di Daniele Cortesi (Bergamo)
9 agosto 1998 Lupusinfabulae Miriam Bardini e Gigi Tapella – Nautai Teatro (Parma)
 
Ed eccoci giunti alla sesta edizione.
Forse non è così tanto azzardato affermare che nella prima decade di agosto a Vigolo Vattaro si svolge la tradizionale "FESTA TEATRO RAGAZZI". È una manifestazione che sta ritagliandosi un suo spazio e una sua specificità: quella di affiancare il Teatro per ragazzi al Teatro fatto dai ragazzi e di offrire una vetrina di lavori allestiti da compagnie di professionisti accanto ad altri realizzati da compagnie amatoriali.
Nelle precedenti edizioni abbiamo cercato di proporre spettacoli diversi, spaziando da Teatro d’attore, al mimo, alla clawnerie, ai burattini… per far conoscere al pubblico dei ragazzi le varie modalità del "fare Teatro" e quindi invogliarli ad avvicinarsi al mondo meraviglioso dell’espressione teatrale.
La sesta edizione non poteva smentire questa caratteristica e, infatti, ogni serata offre un tipo di esperienza diverso: nella prima serata si cimentano alcune ragazze del Liceo Galilei di Trento, che all’interno della loro scuola portano avanti da alcuni anni l’attività teatrale, con "La danza delle marionette" che loro stesse hanno rielaborato. Nella stessa sera verrà proposto anche lo spettacolo "La rivolta dei balocchi" allestito dai ragazzi della IIª B della scuola media di Vigolo Vattaro che durante tutto l’anno scolastico hanno seguito un percorso di animazione teatrale all’interno della programmazione didattica.
Nella seconda serata viene proposto "Il mio letto è una nave" durante il quale il cantastorie Carlo Pastori, clown del Teatro d’Artificio che ormai il nostro pubblico conosce, coinvolge attivamente i bambini nella narrazione delle fiabe e nell’esecuzione delle canzoni.
Quest’anno, con la terza serata, abbiamo voluto soddisfare anche il pubblico dei ragazzi un po’ più grandi invitando Giampiero Pizzol con il suo esilarante "Amamaz" che è un tipico esempio di Teatro d’Appartamento, fenomeno teatrale che si sta rapidamente diffondendo non solo in Francia ma anche nell’Italia centrale.
Nella quarta serata ritornano i burattini di Daniele Cortesi che tanto successo avevano riscosso alcuni anni fa.
Per concludere alla grande abbiamo invitato Miriam Bardini e Gigi Tapella che già ci avevamo entusiasmato con il loro "Njna e Gian" e che quest’anno sono narratori e protagonisti della fiaba "LUPUSINFABULAE".
Come vedete ce n’è per tutti i gusti.
Ci vediamo dal 5 al 9 agosto sotto le stelle nel piazzale delle scuole di Vigolo Vattaro o, in caso di brutto tempo in Auditorium.

Buon divertimento.

La direzione della Filodrammatica ViVa di Vigolo Vattaro


Allievi della classe II A della scuola media di Vigolo Vattaro
LA RIVOLTA DEI BALOCCHI
di autore ignoto

Regia di Nora Tamanini

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Riflessioni sulla recita di fine anno degli allievi della classe II A della scuola media di Vigolo Vattaro.

  • All’inizio non mi piaceva ma poi tutto è cambiato in meglio, però che fatica!
  • Sembrava tutto molto facile ma quando ci siamo accorti che bisognava impegnarsi ci siamo afflosciati.
  • Il momento peggiore è stato quando sono salita sul palcoscenico, che emozione!
  • Speravo di fare il cosmonauta invece mi sono ritrovato a fare una piccolissima parte, piuttosto stupida…
  • Dovevo fare il robot poi mi hanno assegnato la parte del cosmonauta: è stato stupendo "navigare nello spazio".
  • È stato faticoso e a volte noioso però è stato un "trionfo".
  • La mia parte era lunga e c’è voluto impegno, per questo è stato bello.
  • Recitare è stato utile perché ci ha aiutato ad essere più disinvolti ed a vincere la timidezza.
  • Non mi rendevo conto di quanto fosse importatnte e utile il lavoro di gruppo ma provando e riprovando ho imparato a lavorare con tutti.
  • Gli insegnanti volevano il massimo però a pensarci ne valeva la pena, visto il risultato finale.

Mi pare di non dover aggiungere molto a quanto espresso dai ragazzi.
Naturalmente, quando il lavoro è corale le aspirazioni personali vanno dimenticate; e comunque, a volte, emergono piccoli conflitti.
Quando ci siamo incontrati per la prima volta, prima ancora di affrontare il testo, si è ragionato proprio sui "ruoli", sull’importanza di "ogni parte", poi si è cercato di lavorare sul "personaggio".
Sono emersi così fantasia, generosità, collaborazione, aiuto reciproco!
Questo era l’obiettivo che insegnanti ed io ci eravamo proposti: è stato raggiunto?
Bravi ragazzi e grazie. Come l’anno scorso dico: "Alla prossima".

Nora


Angela Demattè, Anna Ronca, Daniela Margoni, Dora Raimondo, Veronica Bailoni del Liceo Galilei di Trento
LA DANZA DELLE MARIONETTE

di L. Orteaga Cabrera - liberamente adattata dal gruppo

coordinatore: Graziano Paissan
regia del gruppo

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Vi siete mai chiesti cosa pensano le marionette?
Dovete sapere che quando finiscono il loro spettacolo e il burattinaio allenta i fili con i quali le tiene legate, anche loro, come gli esseri umani, pensano alla loro vita: a come è bello essere sempre guidati da dei magnifici fili d’acciaio, com’è comodo avere una parte definita nello spettacolo e nella vita stessa, come è rilassante non dover mai prendere decisioni di testa propria. E poi… Beh, poi, che altro possono fare se non ringraziare colui che dà loro la possibilità di trascorrere una vita così: un fantastico padrone che le tiene legate ai suoi fili!…
Ma, qualche volta , fra loro c’è qualcuno che si fa delle strane domande: che succederebbe se, ad un tratto, una marionetta decidesse di non seguire più i fili del burattinaio?
Voi penserete certamente che questo è impossibile, che senza fili del burattinaio non può muovere neanche un dito. Eppure esistono delle occasioni (molto rare, a dire la verità) in cui gli eventi non seguono l’ordine naturale delle cose.
È proprio ciò che accade ne "La danza delle marionette": improvvisamente una marionetta decide di ribellarsi e di tentare di vivere senza fili!
La storia che andremo a rappresentare si snoderà attraverso una mescolanza di toni tristi e allegri (qualche volta tipicamente clowneschi) che porterà lo spettatore a divertirsi ma anche a riflettere, se pur con il sapore del riso ancora in bocca. E non crediate che la vita delle marionette non riguardi anche voi! Ormai si trova una marionetta ad ogni angolo di strada. Non ci credete? Guardatevi un po’ attorno, anzi no, guardate proprio voi stessi, le vostre mani, i vostri piedi, la vostra testa. Fatto? Pazzesco vero?
Eh già, quelli lì sono proprio dei fili da marionetta. Cero, per qualcuno più sottili, questo dipende da quanto siete legati al vostro padrone. Ma chi sia il burattinaio dovete stabilirlo da soli, nessuno lo può fare per voi.
Comunque, l’importante è che, quando li avrete ben individuati, quei fili, abbiate li strumenti per tagliarli: libertà, coraggio e… Un paio di forbici.

Angela D.



Clowns
del Teatro d’Artificio
IL MIO LETTO È UNA NAVE
Liberamente ispirato a "Nel bosco del mistero" di Pinin Carpi

con Carlo Pastori
Allestimento scenico e regia di Bano Ferrari
Musiche originali di Carlo Pastori

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Un uomo, un po’ bambino, è a letto con le scarpe e sta per addormentarsi quando gli si siedono intorno un centinaio di bambini curiosi. Allora l’uomo decide di raccontare loro una decina di storie fantastiche e piene di musica, buone per immaginarsi di viaggiare su una nave, o di incontrare draghi, arpie, mostri e belve feroci. L’uomo canta, racconta, salta e balla, e quando suona la fisarmonica e fa cantare i bambini sembra di entrarci tutti dentro alle storie, fino a che, stanco e assonnato, l’uomo si addormenterà, e finalmente avrà tolto le scarpe.
Allora i bambini se ne andranno via, ma piano piano, senza far rumore... stando attenti a non svegliarlo.
È raro che un bambino, la sera, decida di andare a letto di sua spontanea volontà. E anche quando capita, ci son sempre un sacco di pretesti per prolungare il giorno che sta passando, per tenere lontano il momento in cui sopraggiungerà il sonno: ho sete, ho fame ho freddo:, ho caldo, ho paura...
E, naturalmente, uno dei modi migliori per riempire il tempo è giocare. Ecco che allora, i bambini prendono spunto da tutti gli oggetti che popolano la loro stanza, e li utilizzano per i loro giochi, re-inventandoli a seconda di ciò che la loro forma ispira.
Niente di più facile dunque che vedere un bambino navigare sul letto, o cavalcare una sedia, o lottare contro l’attaccapanni.
Abbiamo prodotto IL MIO LETTO È UNA NAVE per due motivi fondamentali: il primo è che siamo solidali con i bambini che non vogliono dormire la sera, che ne farebbero volentieri a meno, perché è proprio bello stare svegli a giocare.
Il secondo è che ci sembra giusto dedicare uno spettacolo alla memoria di un pezzo della nostra infanzia, quando nel costruire le situazioni necessarie al gioco usavamo i tempi all’imperfetto… facciamo che io ero il re... e poi tu arrivavi e dicevi…
Siamo affascinati ed entusiasti di come l’uso delle filastrocche di Pinin Carpi, nella veste musicale che gli abbiamo dato, sia il punto di forza dello spettacolo, immediatamente recepito come un grande gioco, forse clownesco e sconclusionato, ma senza dubbio coinvolgente e molto più interessante che lasciarsi prendere dal sonno, tanto da farcelo sembrare un po’ meno inutile e triste, un po’ meno nemico quando alla fine avrà il sopravvento sull’uomo che racconta.


AMAMAZ
di Giampiero Pizzon e Angelo Savelli
con Giampiero Pizzol e Giampiero Bartolini
elementi scenici di Mirco Rocchi
Regia Angelo Savelli
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Amamaz, con il suo voluto titolo felliniano è la storia dell’ambiguo rapporto che lega un curioso personaggio di arrangione "sfigato" alla sua terra di origine: la Romagna delle grasse sagre paesane e delle orde cosmopolite di villeggianti.
Il protagonista Ottavio Sozzi è l’ombrellone umano, il vitellone mancato, il clown nero e degradato che nasce dall’estro improvvisativo dell’attore Giampiero Pizzol. Al "lurido" Sozzi fa da contraltare un nuovo personaggio, l’igienista Forbiti, che viene coinvolto casualmente, o forse no, nelle disavventure del nostro antieroe. Due figure e due destini quanto mai lontani, uniti, solo per un breve momento, nell’impossibile amore per la prosperosa dottoressa Doris. Ma soprattutto uniti, con il pretesto di un banale incidente, nel dar fondo ad un represso sproloquio che porta i protagonisti di questo casereccio "delirio a due" ad un’illusoria liberazione nelle cadenze di un ballo. Liscio naturalmente!
Il Teatro d’Appartamento è una delle esperienze più radicali di rappresentazione teatrale.
Rinunciando a tutte quelle sovrastrutture spettacolari (scenografie, luci, sipari, quinte e fondali), spesso affascinanti e significative, ma qualche volta anche inutili e fuorvianti nonché dispendiose, questa sottile teatralizzazione dello spazio domestico quotidiano cerca di mettere in evidenza il fascino del puro evento teatrale sottolineando da un lato la semplice dimensione rituale e collettiva delle sue origini e dall’altro la sua perdurante specificità nell’epoca della comunicazione riprodotta. In mezzo ad un indigestione di cinema, televisione, computer, fotografie, compact-disk e via dicendo, il teatro continua ad essere comunicazione visiva, qui e ora, tra attori e spettatori fisicamente reali.
Il Teatro d’Appartamento, nella concezione di Savelli, non è né la performance di un artista che espone ad un pubblico selezionato e motivato la propria produzione poetica, né l’animazione monologante del cabarettista avvezzo all’improvvisazione o all’intrattenimento. Il Teatro d’Appartamento è un vero e proprio spettacolo, con un vero testo ed una vera regia che invece che essere rappresentato in teatro viene portato direttamente a casa degli spettatori decidendo di giocare tutte le proprie carte esclusivamente sul talento e sul valore del testo rappresentato.


I burattini di Daniele Cortesi
GIOPPINO E BRIGHELLA SERVITORI MALANDRINI

Testo, sculture e regia di D. Cortesi
Animazione e recitazione di D. Cortesi, M.T. Zanoni e V. Baccanelli
Costumi di L. Sozzi

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Lo spettacolo rispetta, in modo rigoroso, i caratteri salienti della migliore tradizione bergamasca: burattini finemente intagliati nel legno di cirmolo, animati all’interno di una bella "baracca", arricchita da raffinate decorazioni.
La recitazione, nel solco della prestigiosa tradizione del Teatro della Commedia dell’Arte, è naturalmente dal vivo e ricca di improvvisazioni dettate dall’intenso rapporto con il pubblico che i burattini riescono sempre a creare.
Protagoniste della vicenda, del cui testo è autore il burattinaio stesso, sono alcune delle più note maschere, affiancate dall’immancabile "eroe" della tradizione bergamasca: il simpatico personaggio di Gioppino.
Semplice, ignorante, ma assai scaltro, Gioppino anche in quest’avventura si dimostrerà sempre pronto ad intervenire per riportar giustizia con il suo bastone.

LA VICENDA
Si tratta di una commedia assai divertente, ricca di spunti originali e colpi di scena.
Brighella, aiuto farmacista del Dottor Tartaglia, riesce a far assumere in farmacia l’amico Gioppino che da tempo è senza lavoro.
Appena possono i due servitori imbrogliano i clienti spacciandosi per esperti e famosi medici: gli esiti delle loro "operazioni" sono talmente rovinosi che i due, una volta scoperti, sono licenziati in tronco.
Grazie all’aiuto di Frate Bonario i due servitori malandrini trovano subito una nuova e davvero particolare occupazione che li porterà al centro di un misterioso intrigo: Donna Elvira, nipote di Don Gar¸ ilaso del la Vega, è sparita e con lei anche il suo prezioso scrigno pieno di gioielli.
Con astuzia i due servitori entreranno nel palazzo, ma una nuova avventura li attende!
Tutto, come sempre, finirà nel modo migliore e la lieta fine sarà festeggiata dal ballo delle maschere.


NAUTAI TEATRO
LUPUSINFABULAE

Spettacolo di narrazione ispirato alla fiaba di "Cappuccetto Rosso"

Regia di Gigi Tapella
Testo di Miriam Bardini
Collaborazione di Sylviane OnJoen e Bruno Stori
Narratori: Miriam Bardini e Gigi Tapella

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Con "LUPUSINFABULAE" continua la ricerca sulla narrazione teatrale di Gigi Tapella e Miriam Bardini, iniziata con "Njna a Yann". In questo lavoro Gigi e Miriam, stimolati dalla lettura di "Camera di sangue" di A. Carter e dall’analisi di alcune fiabe, affrontano il tema inconscio della paura nella figura del "lupo".
Questo affascinante personaggio dalle sembianze ambigue, ora di "…bel giovane dagli occhi di ghiaccio…" o di "…belva dallo sguardo di fuoco…" popola con provocante e accattivante presenza buona parte della letteratura per l’infanzia.
In scena i due viandanti: marito e moglie. Passeggiatori solitari delle montagne, amanti e custodi di fiabe e leggende di fiorellini. Nel loro girovagare, uno accanto all’altro, hanno imparato a conoscersi in ogni loro sfumatura, debolezza e …poesia.
La storia che raccontano oggi, accaduta in un posto, molto lontano e tanto tempo fa, è una sorta di viaggio nella memoria e loro, insieme ai bambini, riscoprono sentieri e ricordi che portano a caprette… maialini… anatre… bambini… e …bambine.
Lo spettacolo-narrazione si sviluppa su una strada di confine. I due narratori, nel loro gioco di infrangere questo confine, portano i bambini a individuare un possibile equilibrio fra due territori: il piacere e il dovere, equilibrio indispensabile per la crescita.

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Data: 24/04/2024
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