FTR1992


FESTA
TEATRO
RAGAZZI

Iª edizione

VIGOLO VATTARO (Trento)
Piazzale dell'Oratorio

Programma

Data

Spettacolo

Compagnia

5 agosto 1992
ENIDUTILOS Roberto Anglisani (Milano)
6 agosto 1992
Il lupo, cappuccetto e l'angelo
Teatro dell'Arca (Forlì)
7 agosto 1992

Cielo di inchiostro
...Tri ...Tru ...Trullallà

Il Baule (Trento)
Teatro d'Artificio (Milano)
8 agosto 1992
Gnam Gnam City Blues
Attori e Cantori (Pordenone)
9 agosto 1992 Arlecchino malato d'amore I burattini di Daniele Cortesi (Bergamo)

L’attenzione che le compagnie teatrali in genere ed amatoriali in particolare riservano al Teatro-Ragazzi forse non è proporzionata all’importanza che esso riveste.
Tra le compagnie trentine,tuttavia, la Filodrammatica di Vigolo Vattaro si distingue poiché da qualche anno indirizza la sua attività verso la produzione dispettacoli per ragazzi.
Era logico quindi che venisse agli entusiasti componenti di questa compagnia l’idea di organizzare una manifestazione specifica e di chiamarla non rassegna o festival ma “FESTA TEATRO RAGAZZI”.
Perché questo deve essere: una festa. Festa di teatro, per incontrarsi sorridendo, per ammirare ed applaudire spettacoli nei quali i ragazzi si possono ritrovare con sé stessi e con la loro gioia di vivere, contagiando gli adulti che una volta tanto potranno sdrammatizzare le battaglie quotidiane per vivere momenti di fantasia in compagnia dei loro figli.
Momenti che non vogliono essere solo evasione ma proposta culturale, occasione di crescita, coinvolgimento, gioia di stare assieme.
Le compagnie a cui spetta il compito di dar vita a questa edizione inaugurale della “Festa Teatro Ragazzi” sono di prim’ordine e senza dubbio, per le prossime edizioni e sul loro esempio, qualche gruppo amatoriale trentino farà parte del cartellone di questa manifestazione che ci auguriamo diventi punto fermo nelle programmazioni future delle Compagnie Filodrammatiche Associate.

Il presidente CO.F.AS.
Luigi Cona

E’ con grande gioia e soddisfazione che ospitiamo la manifestazione “FESTA TEATRO RAGAZZI” nella nostra comunità.
Crediamo in questa iniziativa originale ed intelligente, mirata avalorizzare, rendendolo educativo, l’utilizzo del tempo libero deinostri ragazzi edelle loro famiglie.
Solo in questa ottica di collaborazione tra Enti pubblici, Parrocchia, Associazioni, Scuola e Famiglie, riusciremo asviluppare nei giovani il gusto di stare insieme creativamente in un confronto che sia crescita umana, culturale e sociale.
La formula “FESTA” traduce in modo privilegiato questa interazione e fa della componente “pubblico” il soggetto principale.
La proposta, allettante ed impegnativa al tempo stesso, sicolloca all’interno di un vivace e paziente lavoro che da anni la Filodrammatica di Vigolo Vattaro sta svolgendo all’interno del mondo giovanile locale, portando ben oltre i confini comunali un'esperienza affascinante.
L’augurio è di ritrovarci tutti insieme a vivere questa nuova avventura.

Il sindaco
rag. Ettore Fontana

L’assessore alle attività culturali
Ins. Flavio Demattè

“Da un incontro nasce...”
Anche questa festa è nata da un incontro che abbiamo avuto occasione di fare alcuni anni fa con gli amici del Teatro d’Artificio di Milano. Il loro modo di fare Teatro ci ha stupiti, affascinati, coinvolti in un’esperienza che è cresciuta con noi ben oltre le nostre aspettative.
La Filodrammatica di Vigolo Vattaro ha sempre avuto fin dalle origini, un occhio particolare per i giovani.
Ecco quindi naturale che fra le iniziative per ricordare il quindicesimo anniversario della rifondazione della Filodrammatica si collochi la “FESTA TEATRO RAGAZZI”.
Da tempo pensavamo a come rispondere al bisogno di rendere partecipi altre persone alla nostra esperienza, dato che durante le trasferte dei nostri spettacoli, ci venivano rivolte molte domande sul nostro modo di fare Teatro.
La modalità più concreta ci è sembrata quella di riproporre ciò che avevamo incontrato noi: persone, testi teatrali esperienze vive. L’impegno che stiamo mettendo per realizzare la Festa va proprio in questo senso: creare un luogo per incontrarsi, fare Teatro per aiutarci a guardare alla vita anche attraverso di esso.
Questo clima di“FESTA” si respira già da qualche tempo visto il calore con cui una proposta che sembrava troppo grande è stata accolta e sostenut aprima dalla CO.F.AS. e via via da tutti gli enti e associazione a cui è stata presentata.
Per cui il mio grazie di cuore va alla Parrocchia, al Comune e alla Pro Loco di Vigolo Vattaro; alla Cassa Rurale di Caldonazzo, alla Provincia Autonoma di Trento, al Comprensorio C4, agli sponsor e a tutti icoloro  che ci hanno aiutato a rendere concreta questa “FESTA”.

Il presidente della Filodrammatica di Vigolo


Roberto Anglisani (Milano)
ENIDUTILOS
di Maria Rita Alessandri
tratto da "Il brutto anatroccolo" di H.C. Andersen

con Roberto Anglisani (attore-narratore)

E` la storia del brutto anatroccolo, le sue peripezie, la sua solitudine e la sofferenza fino a diventare un bellissimo cigno. La storia è il frutto di una ricerca sulla fiaba classica, è stata mantenuta la struttura e la trama approfondendo i caratteri degli animali che incontra e la vita del pollaio dove ha luogo la prima emarginazione del brutto anatroccolo. La parte finale in cui avviene la trasformazione in cigno, è ricca di descrizioni della natura che cambia suggerendo al brutto anatroccolo il segreto che lo renderà felice: "...la natura che tutto rinnova ricava dalla figura altre figure...".


TEATRO DELL’ARCA (Forlì)
IL LUPO, CAPPUCCETTO E L’ANGELO
di Giampiero Pizzol


Che cosa succede quando un Angelo interviene nella storia? Che cosa può cambiare questo nuovo venuto in una storia così vecchia e proverbiale come quella di Cappuccetto Rosso? Apparentemente nulla, ma nella loro sostanza molte cose potranno rivelare inediti significati perché un Angelo si trova pur sempre ad essere un invisibile e simpatico ficcanaso in tutti gli affari e i pensieri umani.
Questo “custode celeste” il cui linguaggio prediletto è la musica e la cui cangiante personalità farà apparire via via come Postino, Infermiere, Coniglio, Albero, vento, è disposto a rincorrere i mortalinella loro giostra di fantasiose vicende per salvarli dal peggio. Manel suo genere risulta pur sempre un burlesco e alato arlecchino cheriesce a trasformare i fatti in favole, i casi in occasioni e la vitain un ridente e mobile spettacolo.
Così, la storia si snoda nel suo incedere tradizionale tra un Cacciatore spaccone sulla falsariga del Capitan Spaventa di Commedia, tra un lupo trasformista e buongustaio ma, ahimè, troppo ingordo, una Mamma terribilmente indaffarata con  casa e ciambelle e una simpatica Nonnina più sorda di una campana.
Ma, attraverso questo teatrale gioco di ruoli e di avventure, di apparizioni e sparizioni, di fame e fantasia, la Favola incede verso il suo universale significato: l’uscita dalla Notte simboleggiata dalla Bocca del Lupo, verso il regno della Luce di cui il Rosso Cappuccio è tradizionalmente emblema e guida come il Sole nei cieli lo è di ogni viaggio umano nel Bosco della Vita.


Compagnia "IL BAULE" (Trento)
CIELO D'INCHIOSTRO
di e con Giacomo Anderle

Tecnico audio e luci Ileana Collini
Musiche originali di Massimo Franceschini
Scenografia di Gabriella Gasperini
Scenotecnica di Mario Bertoluzza
Regia di Raffaele Macrì

È la storia di Ultimo, un bambino di sei anni, al suo ingresso nel mondo della scuola. Abituato alla più assoluta libertà, tentato da desideri repressi di fuga.
Ultimo si scontra con l'istituzione scolastica, in cui riconosce un limite al vagare  della propria fantasia.
Un muro divide il mondo fantastico ed imprevedibile di Ultimo dalla sua realtà; due sfere d'azione destinate irremediabilmente allo scontro.
La figura adulta della maestra non fa che accentuare il conflitto, costringendo Ultimo in una serie di norme e regole soffocanti e non sempre sensate.
Lo spettacolo, utilizzando i moduli stilistici della clownerie e dell'improvvisazione, con un coinvolgimento attivo di pubblico, recupera a livello di suggestioni e rimandi un genere letterario che va da Pinocchio a Tom Sawyer, da Gianburrasca a Charlie Brown. Pur essendo indirizzato ai bambini, lo spettacolo può essere gustato anche da un pubblico adulto.

Compagnia Teatro d’Artificio (Milano)
...TRÌ...TRÙ...TRULLALLÀ (Viaggio in Europa)
Testo del gruppo

Musicisti/Animatori:
Roberto Abbiati (plettri, cornamusa), Bano Ferrari (percussioni/voce),
Carlo Pastori (fisarmonica/voce), Franco Svanoni (percussioni/voce)

La cultura popolare è essenzialmente legata alla vita dell’uomo,alritmodel lavoro, ai rapporti sociali quotidiani; e la musica popolare (vocale e strumentale) è parte integrante della cultura di un popolo.Il vero canto popolare crea un rapporto inscindibile tra l’uomo e la natura ed è una manifestazione spontanea dei propri sentimenti, delle proprie esigenze e dei propri diritti; quindi canti d’amore, di lavoro, di preghiera, di protesta, di gioia , di dolore...
Il canto popolare ha in sé elementi di grande poesia e musicalità; è logico quindi che molti grandi musicisti se ne siano serviti per comporre le proprie opere(Liszt, Chopin, Bartok, Smetana,Stravinski...)
“Viaggio in Europa” è uno spettacolo/concerto allestito dalla Compagnia Teatrod’Artificio in collaborazione con alcuni tra i più validi musicisti ericercatori di musica popolare ed etica.
Attraverso un ironico ecoinvolgente itinerario musicale, nel corso dello spettacolo vengonomessi inevidenza gli elementi principali della musica popolare quali il ritmo,la ripetitività di cellule ritmiche, la melodia, la struttura armonica molto elementare, i testi dei canti (semplici ma espressivi e divertenti), e alcuni tipi di danze della tradizione italiana ed europea.
Gli strumenti usati sono tra i più tipici e tradizionali (fisarmonica, chitarra, mandolino, cornamusa, percussioni) e vengono presentati ai ragazzi dai musicisti stessi, i quali dopo un breve cenno sull’origine del proprio strumento, danno una piccola dimostrazione di tecniche differenti per suonare questo o quel tipo di brano.
In taluni momenti dello spettacolo è richiesta la partecipazione attiva del pubblico attraverso il battito delle mani o la ripetizione di semplici ritornelli. I ragazzi solitamente accolgono l’invito a farsi coinvolgere dagli attori/musicisti con naturalezza e spontaneità.
Ne deriva che dalla situazione iniziale di “spettacolo”, si giunge quasi inevitabilmente ad una “festa” finale, forse per merito della capacità di comunicazione e per l’estro degli esecutori, ma senza dubbio grazie anche all’entusiasmo e alla partecipazione attiva del pubblico.


Compagnia"Attori & Cantori" (Pordenone)
“Gnam City Blues”
Testo del gruppo


“Gnam City Blues” è un testo originale, di tipo umoristico-comico,composto a più mani dalla compagnia “Attori & Cantori”; è anche dotato di una certa dignità letteraria e drammaturgica raggiunta attraverso due anni di paziente rifinitura artigianale e di replichecon ogni tipo di pubblico.
Dedicato ai grandi comici del cinema - soprattutto a Laurel & Hardy- e al loro “disastroso” impatto con la vita moderna, la storia di“Gnam City Blues” si dipana per quadri o scketches sempre piùpirotecnici, in un crescendo di trovate surreali che a tratti hanno sapore di poesia.
Romolo e remo, artisti girovaghi, inseparabili nemici per la pelle,approdano nella grande Città decisi a addentare la torta luccicante delsuccesso e della vita.
Abituati a vivere “a cappello” (raccogliendo cioè l’obolo libero ediretto del pubblico dopo le loro canzoni), nella grande Cittàpurtroppo rimediano ben poco, sopraffatti dal rumore e dalla frenesia dei suoi abitanti umani e meccanici.
Con l’obiettivo di una chitarra elettrica, che con microfoni e amplificatori dovrebbe dar loro una nuova chance e in fin dei conti una nuova identità, provano ad accettare un lavoro “normale”, ma riescono solo a... complicarsi la vita, inciampando l’uno nell’altro, come ogni coppia buffa che si rispetti.
Ed esattamente in ogni coppia buffa, la vera fonte dei loro guai è proprio la loro anima stralunata e poetica, il loro disadattamento genialoide, la loro umanità integra e immune a tutte le apparenti sconfitte...
Chissà che, stando un po’ con loro, anche allo spettatore non venga voglia di sdrammatizzare le proprie battaglie quotidiane, e forse anche di cercare di vivere mondi diversi da quello della grande Gnam City.


I burattini di Daniele Cortesi (Bergamo)
ARLECCHINO MALATO D’AMORE
di Daniele Cortesi

Il Marchese Florindo D’Almaviva naviga da tempo in cattive acque.
Per salvarsi dai suoi numerosi e impazienti creditori è costretto ad accettare il consiglio del suo astuto e cinico servitore Brighella: chiedere al ricco Pantalone la mano di sua figlia Smeraldina per appropriarsi così della sua consistente dote.
Della bella e giovane fanciulla è però perdutamente innamorato, ricambiato, il servo Arlecchino.
L’annuncio delle probabili nozze dell’amata getta il povero facchino nella più amara e sconsolata disperazione, tanto che, come diagnosticherà il famoso Dott. Tartaglia, egli si ammalerà gravemente di  “mal d’amore”.
Persalvare Arlecchino si prodigherà allora l’amico Gioppino che, con la sua solita arguzia, smaschererà il meschino intento del Marchesesquattrinato.
Grato ai suoi due coraggiosi servitori bergamaschi per la fedeltà dimostrata e commosso dal sempre più grave stato salute di Arlecchino, Pantalone darà finalmente il suo consenso ai due giovani innamorati, chiudendo così in bellezza ed allegria la divertente commedia.



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